Tutela dei figli nella convivenza: cosa cambia se i genitori non sono sposati?
Fino al 2016 le persone che non formalizzavano la loro unione con un matrimonio non
ricevevano una tutela flebile. Già però dal 2013, la riforma del diritto di famiglia, ha apportato cambiamenti per la filiazione non matrimoniale, quindi oggi vi è una piena tutela dei figli nella convivenza.
Un profondo mutamento vi è stato con la Legge Cirinnà n°76, che ha previsto il riconoscimento giuridico
delle convivenze di fatto, con i relativi diritti e doveri. La legge disciplina i rapporti personali e
patrimoniali in caso di separazione mentre l’affidamento dei figli nati dalla coppia di fatto è disciplinato dalle norme dalla già citata riforma del diritto di famiglia.
Chi sono i conviventi di fatto?
Per restringere il campo dobbiamo definire cosa si intende per convivenza di fatto.
Secondo la legge la convivenza di fatto sussiste tra due persone, di sesso diverso, che
hanno la maggior età, che vivono nella stessa abitazione, tra le quali non vi sia alcun vincolo di
parentela, affinità o adozione, nè legame civile o matrimoniale. La
convivenza è data dalla sussistenza di un rapporto affettivo, volto alla mutua assistenza sia
materiale che morale.
Il riconoscimento di questo legame si ottiene mediante una dichiarazione resa all’anagrafe di residenza. Con questa dichiarazione le parti esternano la loro volontà di ufficializzare il loro
rapporto, divenendo conviventi di fatto e di conseguenza titolari di una serie di diritti e doveri.
In questo articolo vedremo quali sono le tutele nei confronti dei figli ed i diritti della madre
non sposata e del padre non sposato, ma uniti in un rapporto di convivenza di fatto.
Tutela dei figli: cosa accade quando finisce la convivenza
Le norme del codice civile che regolano l’affidamento dei figli sono state oggetto di un’ampia
riforma da parte della L. n. 219 del 10/12/2012 sulla filiazione naturale e del D.lgs. n.154 del
28/12/2013, che ha parificato la condizione giuridica di tutti i figli (legittimi e naturali).
Le tematiche fino ad ora esposte sottolineano che per una coppia non è necessario unirsi in
matrimonio, ma è possibile convivere e avere (quasi) gli stessi diritti di chi ha deciso di
sposarsi.
Quasi gli stessi diritti, poiché occorre sottolineare che esiste qualche differenza, in
particolare in merito a come tutelare i figli e l’eredità.
Quando un’unione finisce, qualsiasi sia il motivo, al primo posto deve esserci sempre la
tutela dei figli, per garantire a loro un futuro, nonostante la separazione dei genitori.
In caso di conviventi, c’è qualche aspetto che cambia e che viene meno tutelato rispetto al
matrimonio. Per esempio in un rapporto di convivenza non è previsto, per il partner
economicamente più debole, richiedere l’assegno di mantenimento, poiché è previsto solo
l’assegno alimentare per far fronte alle necessità primarie.
Il convivente interessato, è tenuto a rivolgersi al giudice, affinché quest’ultimo, disponga a
suo carico il versamento degli alimenti, purché dimostri di versare in stato di bisogno e di
non essere in grado di provvedere al proprio sostentamento.
Per quanto riguarda la tutela dei figli, la convivenza prevede gli stessi diritti e obblighi
previsti per i genitori uniti in matrimonio. Grazie a questo è stata eliminata la disparità tra i
figli nati da coppie sposate e coppie che hanno deciso di non regolarizzare la loro unione.
Da questo si evince che tutti i figli hanno lo stesso stato giuridico.
Vediamo cosa accade quando finisce la convivenza tra i genitori conviventi.
Se due conviventi si separano resta in loro capo la responsabilità genitoriale, quindi devono
provvedere al mantenimento, all’educazione e all’istruzione dei figli. Anche in questo caso si
applica il principio della bigenitorialità, in base al quale occorre garantire alla prole
minorenne, rapporti stabili con entrambi genitori, anche successivamente allo scioglimento
del loro rapporto.
Nel prossimo paragrafo vedremo nel dettaglio il caso di tutela dei figli minorenni.
Diritti e doveri nel caso di tutela di figli minorenni
In una separazione tra due persone conviventi con figli minori è possibile accordarsi
sull’affidamento. L’accordo stabilito deve essere valutato dall’autorità giudiziaria che verifica
il rispetto degli interessi del figlio minore.
Nel caso in cui l’accordo tra i partner non venga raggiunto, dovrà intervenire un giudice, che
risolve la controversia, pronunciandosi anche sull’affido condiviso o sull’affido esclusivo.
Il giudice si dovrà pronunciare anche sul mantenimento dei figli, sulle spese e
sull’assegnazione della casa familiare. I genitori devono provvedere alle necessità dei figli in
relazione alle proprie capacità economiche.
In tema di diritti di figli nati al di fuori di un legame matrimoniale, sottolineiamo che:
- Anche i figli di genitori conviventi hanno diritto di essere mantenuti, educato ed
istruito fino al raggiungimento dell’indipendenza economica;
- Tutti i figli hanno diritto ad avere vincoli di parentela;
- I figli nati da genitori non sposati possono ereditare dai genitori ed anche dagli ascendenti;
Conclusione: cosa cambia per i figli se i genitori sono non sposati
Quello che si evince è che la legge stabilisce che i figli sono uguali e hanno gli stessi diritti,
indipendentemente dal fatto che siano nati da genitori sposati, conviventi, separati o
divorziati.
Per questo non esiste più la distinzione tra figli legittimi e naturali. Quindi anche un bambinoche viene concepito da genitori non sposati allo stesso modo ha il diritto di essere
mantenuto, educato ed istruito fino al raggiungimento di una sua indipendenza economica.
Le questioni che riguardano i figli sono sempre molto delicate, soprattutto in caso di
separazione. Per questo è importante affidarsi ad uno studio legale con esperienza che
sappia supportarti nella stipula di un contratto di convivenza e che regoli proprio la
separazione. Per ricevere più informazioni, e ricevere la consulenza di avvocati per
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