Avvelenamento dei cani: causa, sintomi e rimedi
Oggi parliamo di avvelenamento dei cani, probabilmente uno dei pericoli più insidiosi per i nostri amici a quattro zampe. Ogni anno sono centinaia e centinaia i casi di avvelenamento di cani che accadono nel nostro paese, e molto spesso i padroni sono totalmente impreparati a questa evenienza. Sfortunatamente non sono poche le sostanze che possono avvelenare, a volte anche in modo tragico, il miglior amico dell’uomo, e ognuna di queste ha un rimedio differente. Il più comune è l’utilizzo di bocconi avvelenati disposti nei luoghi in cui il nostro cane passeggia liberamente come giardini e parchi pubblici.
I sintomi principali di avvelenamento di cani sono:
- arti irrigiditi e difficoltà di deambulazione
- eccessiva salivazione
- respiro affannato
- crisi convulsive
- vomito e diarrea di sangue
- pallore delle mucose
- anoressia
- stanchezza
- letargia
- epistassi
Avvelenamento cani: i veleni più utilizzati
Le sostanze tossiche con cui possono entrare in contatto i nostri cani hanno sintomi e tempo d’azione diversi, e se non interveniamo in tempo, possono portare alla morte del nostro cane. I veleni più utilizzati sono:
- la Stricnina,
- la Metaldeide,
- gli Organofosforici,
- i Carbammati e
- i Rodenticidi;
Stricnina
La stricnina è un alcaloide molto tossico a complessa struttura chimica e agisce come potente eccitante del sistema nervoso centrale, causando il blocco di particolari terminazioni nervose, dei recettori post sinaptici per la glicina. Questo fa sì che ogni stimolo generano segni neurologici quali agitazione, contrazioni muscolari, causando così convulsioni. La morte sopravviene per blocco respiratorio o per esaurimento fisico. Generalmente la Stricnina si presenta come una polvere bianca, inodore, e amara. Inoltre, questa particolare sostanza, è anche pericolosa per l’uomo.
Sfortunatamente non esiste antidoto per questo veleno. E allora cosa fare?
Le cure da eseguire sono: lavanda gastrica, sedazione (per ridurre le contrazioni muscolari e controllare le crisi convulsive), terapia fluida associata a protettori di fegato e rene. È importante però che il nostro animale sia tenuto costantemente monitorato in un ambiente quito e con poca luce. La prognosi purtroppo è spesso letale.
Metaldeide
La Metaldeide è un veleno generalmente utilizzato per uccidere le lumache, proprio per questo è anche nota come ‘’lumachina’’. Generalmente si trova spesso sotto forma di pellet di colore azzurro e/o verde, e risulta essere notevolmente appetibile, diventando così uno dei metodi più utilizzati e letali per avvelenamento da cani.
I primi sintomi cominciano a comparire entro un’ora, ma a volte anche dopo tre ore, dall’ingestione. Anche qui gli effetti sono drammatici: contrazioni muscolari, tachicadia, alito dall’odore chimico, iperterma (temperatura corporea oltre i 43°), rigidità degli arti, fascicolazioni miocloniche, opistotono (iperestensione in cui la testa ed il collo del soggetto assumono una posizione incurvata, a ponte), midriasi (dilatazione pupillare), nistagmo (movimento involontario oscillatorio, ritmico dei globi oculari), vomito e diarrea mucosa, talvolta verdastra, con odore sgradevole. Anche in questo caso non esiste antidoto.
Le cure sono lavanda gastrica con bicarbonato, fluidi endovena associati a protettori di fegato e rene, e sedazione per ridurre le contrazioni muscolari e le crisi convulsive. Il cane deve sempre rimanere monitorato in un luogo tranquillo. La prognosi varia da caso a caso, in quanto è legata allo stato clinico dell’animale ed alla rapidità d’intervento, ma è favorevole nei soggetti che sopravvivono nelle 24-48 ore successive all’assunzione del tossico.
Organofosforici e Carbammati
Gli Organofosforici e i Carbammati vengono usati come pesticidi ed insetticidi, e si presentano sotto varie forme. Alcuni sono usati in medicina per invertire il blocco neuromuscolare (p. es., neostigmina, piridostigmina, edrofonio) o per trattare il glaucoma (echotiopato), la miastenia grave (piridostigmina) e la malattia di Alzheimer (tacrina e donepezil). Alcuni organofosfati sono stati sviluppati come gas nervini. Uno, il sarin, è stato utilizzato in attacchi terroristici.
I primi sintomi di avvelenamento avvengono dopo 15 minuti ed entro un’ora dall’ingestione e sono caratterizzati da scialorrea profusa (eccessiva salivazione), diarrea mucosa e maleodorante, bradicardia (rallentamento del battito cardiaco), miosi (diminuzione del diametro della pupilla), tremori e talvolta crisi convulsive.
Fortunatamente per queste tipologie di veleni esiste due antidoti, l’Atropina Solfato e la Pralidossima Cloruro. Si consiglia, allo stesso tempo, anche una lavanda gastrica ed una terapia fluida di supporto con farmaci protettori. Doveroso è il continuo monitoraggio e il ricovero. La prognosi dipende dalla tempistica nel riconoscere i sintomi e nell’effettuare la terapia, ma solitamente per i soggetti che superano le 24-48 ore post ingestione risulta favorevole. Il vero problema è che molte volte il proprietario non si accorge dei sintomi, fino a quando il cane non effettua i pasti. Infatti, gli Organofosforici e i Carbammati si attivano con l’ingestione dei pasti.
Rodenticidi
I Rodenticidi rappresentano un altro metodo piuttosto utilizzato per l’avvelenamento di cani. Il rodenticide è un pesticida usato per uccidere o eliminare, controllare, prevenire, respingere o attenuare la presenza o l’azione di roditori, in qualsiasi forma. I Rodenticidi sono molto utilizzati nel campo dell’agricoltura, ma anche da privati, e si trovano sotto varie forme come esche in grani, polveri e paste. I rodenticidi sono derivati dal dicumarolo, e noti per la loro azione anticoagulante, alterano i meccanismi che regolano la coagulazione, provocando morte per emorragie interne.
L’intossicazione da rodenticidi anticoagulanti non causa sintomi apparenti per un periodo di tempo variabile da poche ore a 1-3 giorni (in genere) dal momento dell’assunzione del tossico; questo perché anche se il veleno ingerito comincia subito a svolgere la sua azione tossica a livello del fegato (bloccando la produzione di vitamina K attiva, che a sua volta serve per l’attivazione di alcuni fattori della coagulazione), le “riserve” di vitamina K presenti all’interno dell’organismo al momento dell’intossicazione, in quanto precedentemente introdotte con la dieta, svolgono la loro azione protettiva.
Se ci rendiamo conto che il cane ha appena ingoiato del veleno per topi farlo vomitare immediatamente. Il vomito nel cane si può provocare somministrando abbondante acqua salata. Mai dare il latte. Se il vomito non è stato abbondante o se è passato troppo tempo dall’ingestione, anche in totale assenza di sintomi, è bene somministrare direttamente la Vitamina K.
Attenzione, però. Gli integratori di vitamina K non sono più di libera vendita. Se pensi che il tuo cane sia stato avvelenato e necessiti di vitamina K, rivolgiti immediatamente al tuo veterinario di fiducia oppure recati al più vicino ospedale veterinario.
Avvelenamento cani: funghi e piante
Le sostanze tossiche non sono, però, l’unico pericolo che i nostri amici a quattro zampe corrono. Anche funghi e piante possono creare un avvelenamento nei nostri cani. È chiaro che se i veleni vengono utilizzati con l’obiettivo vero e proprio di uccidere, altre fonti di avvelenamento, come funghi e piante, possono essere del tutto causali. Non è atipico che alcuni padroni portino i propri animali con sè nel periodo estivo o autunnali a fare trekking, o che si lasci il proprio cane nel giardino della propria abitazione a contatto con piante. Questi due scenari possono creare eventi tragici, e molte volte letali.
Avvelenamento da funghi nel cane
Nonostante al giorno d’oggi si stima che solo poche specie siano letali, non è ancora chiaro quale sia la percentuale di funghi contenenti sostanze potenzialmente tossiche. Nuove specie vengono scoperte continuamente e per molte di queste, non sono disponibili dati sulla tossicità. La diagnosi è spesso molto difficile in quanto i test per rilevare le diverse micotossine sono al momento molto limitati. Attualmente, solo la rilevazione dell’amanitina, della psilocina e della psilocibina sono disponibili presso laboratori di tossicologia veterinaria.
I sintomi principali di un avvelenamento da funghi sono:
- Dolori addominali;
- Nausea Diarrea;
- Debolezza e letargia;
- Itterizia e ingiallimento di occhi e in alcuni casi della pelle;
- Attacchi Salivazione eccessiva;
- Movimenti scoordinati.
I funghi tossici vengono divisi generalmente in quattro categorie:
- i più tossici: le loro tossine intaccano fegato e reni e possono avere conseguenze letali per il cane;
- i funghi dalle tossine psicotrope: colpiscono il sistema nervoso centrale e possono essere potenzialmente letali (blocco respiratorio, arresto cardiaco);
- funghi lievemente psicotropi: sono meno dannosi di quelli della categoria b, e provocano nausea, vomito e sintomi neurologici passeggeri;
- funghi indigesti: questa categoria di funghi causano diarrea, vomito, nausea e disturbi gastrointestinali in generale.
Avvelenamento da piante
Le piante che possono creare un avvelenamento del cane sono:
- Bella di notte: è una pianta comune dei nostri giardini della famiglia delle Nyctaginaceae i cui semi e radici risultano tossici. I principi attivi che la rendono tale sono alcaloidi, resine e arabinosio. La tossicità si esplica a livello del tratto digerente, dove determina soprattutto irritazione. I sintomi dell’ingestione di semi o radici sono dolori allo stomaco, nausea, vomito, diarrea. Inoltre, il contatto con la pelle può determinare dermatiti.
- Stella di Natale: è una popolare pianta da appartamento, presente soprattutto nel periodo natalizio. Risulta tossica sia per cani che i gatti. L’intossicazione avviene per ingestione e/o masticazione di foglie e brattee. La pianta contiene una linfa color bianco latte con euforboni, alcaloidi e triterpeni. La sintomatologia compare con irritazioni delle mucose dell’apparato digerente (più gravi se oculari), dermatiti vescicolari, bruciore a lingua e labbra, edema, congiuntivite, lacrimazione, vomito, diarrea, tremori. La prognosi è in genere favorevole con risoluzione dell’intossicazione
- Vischio: è un arbusto perenne sempreverde della famiglia delle Lorantacee che vive da parassita su diversi alberi a foglia caduca, come meli peri, pioppi, querce, ecc. Le sue radici penetrano nel legno della pianta parassitata per trarne nutrimento. Il seme è circondato da una sostanza appiccicosa che contiene viscotossine (viscalbina, visciflavina). L’intossicazione ha andamento stagionale per ingestione di grandi quantità di frutti nel periodo natalizio. Sono le bacche ad attrare i cani. L’ingestione determina atassia, midriasi, salivazione, vomito, diarrea, poliuria, ipotensione, coliche e morte se non si interviene mediante trattamento sintomatico.
- Agrifoglio: è un arbusto o albero sempreverde della famiglia delle Aquifoliacee alto fino a 10 metri, con bacche rosse dal fogliame verde scuro lucente. L’ingestione di bacche e foglie è tossica crea l’avvelenamento dei cani. I principi attivi sono licina e tannini. Le bacche contengono sostanze emetiche e purganti: 20 bacche possono uccidere un cane. I sintomi dell’intossicazione sono vomito, diarrea intensa, torpore, coma e morte.
- Lauroceraso: è il tipo di siepe più utilizzato; altamente tossico, crea un avvelenamento sistemico
- Ortensia: è una pianta ornamentale molto diffusa nei giardini; moderatamente tossica, crea convulsioni e vomito
- Tasso: indicato come il Re delle piante da siepe; è altamente tossico, crea pancreatite ed epatite
- Aconito: è una pianta alpina che si contraddistingue per i suoi bei fiori blu a spiga; altamente tossica, attenzione alle foglie
- Colchico: è una piccola pianta bulbosa erbacea autunnale; altamente tossico, attenzione al bulbo e al fiore
- Gelsomino: utilizzato come pianta ornamentale; altamente tossico e neurotossica, crea difficoltà deglutire
- Rododendro: è una pianta ornamentale dagli splendidi fiori; altamente tossico, crea convulsioni e coma
- Digitale: è una pianta erbacea e perenne dai grandi fiori purpurei; moderatamente tossica, crea aritmie e convulsioni
I sintomi possono essere:
- Difficoltà respiratorie
- Vomito e/o diarrea
- Irritazione gastrica
- Tosse o starnuti
- Depressione
- Salivazione eccessiva
- Tremori, palpitazioni o convulsioni muscolari involontarie
- Debolezza e potenziale incoscienza
- Pupille dilatate
- Urinazioni frequenti
- Brividi