La composizione degli ombretti: come sono fatti?
Prima di uscire di casa è impensabile non dare un po’ di colore al nostro viso attraverso la delicatezza degli ombretti. Questi da sempre consentono la realizzazione di tantissime sfumature, permettono di valorizzare i nostri occhi e di creare dei giochi decorativi sempre nuovi. Sebbene l’ombretto viene utilizzato molto spesso da makeup-artist, ma anche da chi ama semplicemente curare il proprio aspetto quotidianamente, molti non conoscono la loro reale composizione. Gli ombretti altro non sono che dei mix di polveri, le quali vengono lavorate all’interno di un recipiente che può assumere diverse forme o dimensioni. All’interno di un ombretto troviamo un buon 85% di polveri e la restante parte è caratterizzata da oli che hanno la funzione di conservante. All’interno degli ombretti, oltre agli amidi, alla cellulosa microcristallina e al talco, è presente il pigmento o più pigmenti. I pigmenti donano un vero e proprio colore agli ombretti e, nella maggior parte dei casi, sono costituiti da lacche in forma avvolta. Questo avviene perché lavorare dei pigmenti puri è di fatto più complicato, mentre i rivestiti sono quasi sempre pronti all’utilizzo.
Come vengono prodotti?
Per la realizzazione di questi amici della cosmesi, vengono impiegati dei miscelatori all’interno di un assetto laboratoriale. Bisogna immaginare i miscelatori come dei potenti frullatori, capaci di rendere omogenee le polveri. Successivamente le polveri vengono sottoposti ad un setaccio e, infine avviene l’applicazione della pressa e la compattazione dentro appositi fornelli. La fase in cui viene applicata la pressa è molto importane ed avviene con una specifica forza, che viene modificata in base alla composizione e a legame delle polveri. Inoltre è utile se non obbligatorio realizzare dei drop test, per essere sicuri che gli ombretti rimangano integri nel corso del tempo.
Alcune accortezze: su cosa stare attenti?
Nella maggior parte dei casi, i prodotti di cosmesi sono dermatologicamente testati, per cui gli ombretti e le loro polveri non dovrebbero provocare problemi cutanei particolari. È molto importante però che si acquistino ombretti che non abbiano la tendenza a sfaldarsi, perché altrimenti di potrebbe avere un fastidio nel momento in cui le polveri entrano negli occhi: è sempre bene fare affidamento ad un buon primer. Chiaramente l’obiettivo di un buon ombretto è quello di avere una buona tenuta durante il tempo performativo e il tipo di polveri impiegate nella realizzazione dell’ombretto, incide molto sulla resa nel tempo. Se si sceglie infatti un legante denso, la tenuta sarà compromessa, così come un legante volatile potrà rendere vano il proprio trucco. È dunque necessario trovare un buon bilanciamento tra gli elementi e testare nel tempo la performance del prodotto.
Purtroppo gli ombretti sono un elemento molto importante per il trucco ed essendo solitamente duraturi nel tempo, bisogna sempre fare attenzione alla scadenza: a causa delle formule anidre, gli ombretti possono introdurre umidità dall’esterno e quindi non essere più idonei all’applicazione. Si consiglia dunque di mantenere un’apertura massima di 18 mesi, oltre i quali sarebbe opportuno affidarsi a dei nuovi prodotti.