Roma insolita: un itinerario tra fontane particolari e orologi ad acqua
A Roma ogni singolo angolo racconta una storia. Viuzze, fontane e piccoli edifici particolari sono disseminati per tutta la città. Abbiamo selezionato tre di queste meraviglie nascoste per un itinerario che mette al centro un elemento naturale: l’acqua.
Un piccolo viaggio da gustarsi a piedi o in bici per una giornata alla scoperta di una Roma che in pochi conoscono.
Partiremo chiedendoci che cosa ci fa una zuppiera in Corso Vittorio Emanuele II; proseguiremo raccontando la storia di una regina sui generis e della sua palla di cannone e arriveremo a raccontare un’opera di ingegneria unica al mondo.
Dal Corso al parco di Villa Borghese sono 4 i chilometri da gustarsi dall’inizio alla fine. Pronti per una bella passeggiata o per un Rome bike tour? Alziamo il cavalletto e iniziamo a pedalare.
Fontana o zuppiera?
Se vi capita di passare per Corso Vittorio Emanuele II a Roma, a un certo punto vi imbatterete in una sorta di fontana a forma di zuppiera. Per quanto anche i romani gradiscano un buon piatto di zuppa ogni tanto, dietro a quest’opera c’è una storia parecchio curiosa.
Il nome originale è “Fontana della Terrina” e un tempo non era neanche lì dov’è ora: si trovava a Campo de’ Fiori. Fu realizzata nel 1590 da Giacomo della Porta, che non aveva previsto che fosse coperta.
La Terrina era una vasca aperta ed era posta sotto il livello stradale. Dato che era proprio a portata di mano, in quegli anni i romani la utilizzavano per tenere al fresco frutta e verdura e anche, purtroppo, come pattumiera. Lì vicino c’era il mercato e ogni volta rifiuti e avanzi popolavano la povera fontana.
A quel punto, nel 1622 Papa Gregorio XV Ludovisi trovò una soluzione: chiudere la fontana con un coperchio. Da quel momento, “la Terrina” fu soprannominata “la Zuppiera”.
Nel 1899, poi, la Zuppiera fu spostata da Campo de’ Fiori, lasciando il posto alla statua di Giordano Bruno, arso vivo proprio lì.
Lasciando la Zuppiera alle nostre spalle e proseguendo verso Trinità dei Monti scoviamo un’altra fontana, di cui questa volta è protagonista niente di meno che una palla di cannone.
Roma insolita: una palla di cannone “a bagno”
Sappiamo che ai romani piace dare i soprannomi alle cose e infatti la fontana della Trinità dei Monti la sentirete spesso chiamare, giustamente, “Fontana della palla di cannone“.
A primo impatto sembra tutto sommato una fontana normale, senza troppi fronzoli, ma quella palla di cannone ha una storia tutta sua, che coinvolge addirittura una regina.
Attorno alla metà del 1600 girava per Roma la regina Cristina di Svezia, che tutto era eccetto che una dama di corte. Caterina spiccava per cultura e originalità e le sue “pazzie” la precedevano.
La storia è questa: Caterina, nel 1656, si trovava a Castel Sant’Angelo e si era ricordata all’ultimo di un appuntamento che aveva con un pittore a Villa Medici, 1.4 chilometri di fronte al castello.
Sicura di non arrivare in tempo, Caterina decise di “bussare” alla porta sparando una cannonata. Dopo due tentativi, e qualche protesta da parte dei cannonieri, il terzo colpo andò a segno, lasciando anche un’impronta sul portone di Villa Medici.
La palla fu conservata in memoria dell’episodio e troneggia da allora nella sua fontana a Trinità dei Monti.
Noi, invece, proseguiamo il nostro percorso alla scoperta degli angoli più ignoti di Roma arrivando al parco di Villa Borghese dove ci aspetta la nostra ultima meraviglia nascosta.
L’acqua e il tempo: l’orologio del Pincio
E’ il 1867 quando Giovanni Battista Embriaco, un frate domenicano, ideò l’orologio del Pincio.
Per ammirarlo, oggi, devi andarlo a cercare: è immerso nella vegetazione del parco di Villa Borghese e si nasconde tra le fronde delle palme.
Si tratta di un orologio ad acqua, l’unico al mondo a essere installato in un parco pubblico.
La domanda più ovvia è: “come funziona?“. L’acqua, dall’alto, riempie costantemente due bacinelle allungate simili a una bilancia. Queste bacinelle, oscillando, attivano il meccanismo che fa girare le lancette, muovere il pendolo e caricare la suoneria.
Quest’opera di ingegneria è stata pensata da Embriaco per diventare un tutt’uno con la natura che la circonda: la torre di legno, i quadranti a tronco e le lancette con forme intrecciate fondono l’orologio del Pincio con il parco, creando un connubio dal sapore quasi magico.
L’orologio del Pincio è l’ultima tappa del nostro giro per Roma e alla scoperta di queste tre meraviglie nascoste. Chissà quali altri segreti nasconde la Città Eterna.
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