Tradizioni familiari dal piatto al bicchiere
Dessert, caffè, liquori, ma anche amari e formaggi: ciascuno ha il proprio modo per concludere al meglio il pranzo… e spesso la scelta dipende dalle abitudini apprese in famiglia.
Abitudini domestiche a tavola
Tradizioni regionali e tipicità nazionali a parte, ogni famiglia, in qualsiasi Paese del mondo, ha un proprio ménage per quanto riguarda cosa, come e quando mangiare determinati piatti. In base ai gusti dei membri, alla disponibilità delle materie prime, al clima e all’orizzonte di valori culturali e credo religiosi, in ogni casa si compone inevitabilmente nel corso delle generazioni un patrimonio di “usanze non scritte” in cui i parenti finiscono per riconoscersi e che spesso continuano a perpetuare anche a distanza di tempo, magari intrecciandole con quelle delle nuove acquisizioni dell’albero genealogico.
Dolci ricordi prima di tutto…
Pensati per iniziare la giornata con la giusta energia o per concludere piacevolmente il pasto, per definizione i dessert si collocano in coda a qualsiasi menù che si rispetti. Stanno in cima alla lista dei comfort food e rappresentano la prima tipologia di alimenti che per la maggior parte degli individui associano a ricordi piacevoli legati all’infanzia e/o ad alcune figure specifiche che l’hanno popolata.
L’esempio più classico di ricetta che testimonia questo legame è la torta della nonna, che fin dal nome rievoca colazioni domestiche, merende semplici consumate nella cucina di casa, avvolti dal profumo inebriante che esce dal forno ancora caldo.
Una “nonna” per tutti
Romanticismo a parte, dopo una probabile origine avulsa da qualsiasi identità specifica, la “torta della nonna” è andata incontro a un processo di definizione che l’ha portata a trasformarsi in un vero e proprio pilastro della cucina italiana, la cui paternità è rivendicata dalla Regione Toscana e in particolare dal territorio attorno ad Arezzo (come si legge sul sito www.arezzonotizie.it)
Si tratta quindi ormai di un dolce tradizionale, con una ricetta cristallizzata nonostante le innumerevoli possibili varianti. Ciò che resta costante è la base di pasta frolla, che accoglie una farcitura di crema pasticcera e una copertura di pinoli; il tutto decorato con una spolverizzata di zucchero a velo in superficie.
Questione di pairing
Ma con cosa abbinare questo dolce? Anche in questo caso la risposta varia a seconda di chi è destinato a consumarlo e del momento della giornata in cui viene portato in tavola. Se si tratta di bambini sarà facile che la si serva con un bicchiere di latte a colazione o merenda, mentre gli adulti potranno optare per un caffè, un tè o, perché no, un liquore o un passito se il dolce rappresenta la conclusione di un pasto completo.
Anche in quest’ultimo caso gusti personali e abitudini familiari svolgono un ruolo fondamentale nel determinare la scelta. Eppure, proprio come avviene per i piatti salati, anche per quanto riguarda i dolci esiste una sorta di “galateo” dell’abbinamento.
Ogni tipologia di dolce richiede un determinato tipo di alcolico, che si abbini bene tanto al suo gusto quanto alla sua consistenza. I dolci secchi si sposano bene con i digestivi dal gusto intenso, come Rum e Brandy (che aggiungono note aromatiche alla dolcezza del dessert stesso) mentre quelli farciti, con confetture, ripieni alla crema o al cioccolato e rivestimenti gustosi richiedono di essere stemperati da liquori come il mirto o digestivi al caffè.
Un’eccezione alcolica
La torta della nonna racchiude in sé tanto le caratteristiche dei dolci secchi quanto quella dei dolci al cucchiaio e la dolcezza della crema è già bilanciata dalla burrosità dei pinoli che in forno assumono una piacevole nota tostata.
Può quindi sposarsi bene anche con alcolici più complessi e sofisticati senza che l’abbinamento risulti troppo dolce. Qualche esempio? Un whisky affumicato o un cognac: un distillato esclusivamente francese francese dalla lunga tradizione che regala note di caramello, vaniglia, frutta matura e spezie.
Come si legge su questo interessante articolo, ne esistono diverse categorie, che differiscono per la percentuale di uve distillate provenienti da una singola regione, per l’età di maturazione del distillato, per la gradazione alcolica e per l’aromaticità. Vale la pena conoscerli per scegliere l’abbinamento migliore!