Trattori progettati per l’agricoltura di montagna
Orograficamente parlando, l’Italia è caratterizzata da un territorio prevalentemente collinare (41,6% della superficie totale, dove vive il 38,9% della popolazione), seguito da un territorio montuoso (35,2%, con il 12,2% della popolazione) ed infine pianeggiante (23,2 %, con il 48,9% della popolazione).
Il terreno agricolo utilizzato è equamente suddiviso tra comuni considerati montani e non montani. Secondo l’ultimo Censimento dell’Agricoltura, le aziende di agricoltura di montagna hanno una dimensione media maggiore in termini di ALU, e le colture sono prevalentemente estesi e a basso valore aggiunto, rispetto all’unità di superficie.
Poiché i terreni sono spesso limitati, la maggiore superficie non compensa la minore produttività, pertanto i valori medi di produzione delle aziende agricole di montagna sono quasi dimezzati rispetto a quelle di collina e pianura.
Ciò, evidentemente, non impedisce la produzione in montagna di prodotti agroalimentari tipici e straordinari: dai latticini ai cereali minori, alle erbe officinali, ai prodotti orticoli, ma anche quegli allevamenti zootecnici (caprini e ovini in particolare).
Questi prodotti possono trovare una nuova rinascita nelle zone montane, grazie alla disponibilità di foraggi di ottima qualità e alla valorizzazione di sapori unici, che altrimenti andrebbero perduti. Tutto ciò contribuisce a limitare lo spopolamento della montagna, salvaguardando aree d’Italia di eccezionale attrattiva paesaggistica.
Agricoltura di montagna: la scelta dei trattori giusti
Cosa occorre per poter praticare un’agricoltura generatrice di reddito in un ambiente così complicato, con appezzamenti di terreno di forma irregolare, forti pendenze e condizioni climatiche critiche che richiedono una maggiore prontezza di intervento rispetto all’agricoltura di pianura?
Bisogna definire attentamente i criteri per la scelta delle macchine agricole da utilizzare, con particolare riguardo ai trattori. Nella scelta di un trattore è necessario considerare l’efficienza e la sicurezza operativa, un’adeguata capacità di lavoro ed eventualmente utili caratteristiche multi-utility.
Quest’ultimo obiettivo è probabilmente il più difficile da raggiungere: il concetto di “multi-utility” in montagna è di difficile applicazione.
Il trattore standard a 4 ruote motrici di media potenza, che in un’azienda di pianura può svolgere quasi tutte le operazioni agricole, con l’unica limitazione data dalle dimensioni delle attrezzature accoppiabili, presenta diversi limiti applicativi in montagna.
Un esempio di ciò potrebbe essere la lavorazione primaria: su terreni ripidi, il trattore gommato convenzionale è estremamente limitato, soprattutto in termini di stabilità e aderenza, quindi il veicolo più adatto in questa situazione sarebbe un cingolato con cingoli in acciaio.
Non è un caso, infatti, che l’Italia sia il Paese europeo con la più alta percentuale di cingolati nel parco circolante. Sul portale della meccanizzazione agricola Meccagri.it ci sono alcuni interessanti articoli che approfondiscono questo argomento.
Caratteristiche principali
In generale, un trattore gommato per utilizzo in montagna dovrebbe essere dotato di:
- 4 ruote motrici, sia per massimizzare la forza di trazione, sia per sfruttare un efficiente freno motore in discesa;
- freni a disco sulle quattro ruote, sempre azionabili indipendentemente dal fatto che sia inserita o meno la trazione anteriore;
- un baricentro basso;
- carreggiata ampia (fermo restando il rispetto dei limiti stradali), accoppiata con pneumatici adeguati o, in alternativa, con la possibilità di montare ruote gemellate;
- elevata riserva di coppia del motore per superare agevolmente eventuali aumenti di pendenza senza dover cambiare marcia.
Infatti, in caso di arresto in salita per insufficienza di coppia motore, la ripartenza diventa una sfida sia in termini meccanici (lo stress a cui è sottoposta la trasmissione è enorme) sia in termini di sicurezza per l’operatore nel caso il veicolo perda aderenza.