Cannabis ad uso terapeutico, cosa prevede la normativa italiana
In questi anni, in Italia la marijuana legale (come quella di sevenhemp.it) ha acquisito sempre più quote di mercato. Ma cosa dice la legge in merito all’uso di marijuana ad uso terapeutico? A seguire un breve approfondimento sulla cannabis legale, che grazie ai prodotti derivati sta vivendo nel nostro Paese una sorta di seconda giovinezza. Diciamo questo perché, alla fine degli anni Quaranta, l’Italia era il secondo produttore di canapa a livello mondiale, dietro soltanto all’Unione Sovietica.
Marijuana legale: focus sui medici
La normativa italiana in merito alla cannabis ad uso terapeutico consente ai medici di prescrivere dei preparati contenenti sostanze attive a base di marijuana. Vi è l’obbligo che queste preparazioni debbano essere svolte all’interno di centri autorizzati e preposti al tipo di preparati in oggetto. In Italia, il centro di riferimento è lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, dove nel giro di pochi anni sono stati raccolti oltre 100 kg di cannabis.
Cosa prevede l’accordo tra il Ministero della Salute e quello della Difesa
A settembre 2014, in Italia, un importante accordo stilato tra i ministeri italiani della Salute e della Difesa ha di fatto consentito l’importazione nel nostro Paese di Sativex, Bedica, Bedrolite, Bedrobinol, Bediol e Bedrocan. Si tratta di farmaci galenici a base di cannabis per uso terapeutico. Il Bedrocan, ad esempio, deriva dalla cannabis sativa, una varietà della canapa diffusa in particolare nelle nazioni del mondo occidentale (le altre due varianti più note sono la indica e la ruderalis, presenti rispettivamente in Oriente e nell’Europa dell’Est).
Marijuana legale: rapporto tra medico e paziente
Inoltre, la normativa italiana sulla cannabis ad uso terapeutico definisce in maniera precisa il rapporto tra medico e paziente in merito alla prescrizione di una preparazione. Secondo quanto stabilito dalla legge, il medico deve ottenere innanzitutto il consenso da parte del proprio paziente. Inoltre, il medico ha l’obbligo di definire nella ricetta il motivo per il quale si è scelto di ricorrere a tale prescrizione. Va poi sottolineato che il medico non può trascrivere il nome del paziente nella ricetta, ma ha comunque l’obbiligo di riportare un collegamento con cui è possibile in seguito risalire all’identità della persona.
I pazienti che possono ricorrere all’uso della marijuana legale
Un ulteriore punto da evidenziare ha per oggetto le condizioni fisiche delle persone che possono fare ricorso della marijuana legale per scopi terapeutici. In tal senso, la normativa fa un elenco di tutti i pazienti a cui è concesso consumare la cannabis ad uso terapeutico: le persone che presentano dolore cronico, chi è affetto da sclerosi multipla, chi soffre di una lesione al midollo spinale, i pazienti che stanno seguendo una terapia contro l’AIDS e chi è stato colpito dalla sindrome di Gilles de la Tourette.
Cannabis ad uso terapeutico: un’importante precisazione da fare
In conclusione, dopo aver tratteggiato quanto prevede la normativa italiano sulla marijuana legale, è importante fare un’ultima precisazione: le preparazioni a base di cannabis prescritte dai medici possono essere eseguite soltanto dopo che le terapie convenzionali si sono dimostrate inefficaci per contrastare il male fisico del paziente, questo perché non sono farmaci riconosciuti.